lunedì 7 settembre 2015

PASSEGGIANDO TRA LA STORIA, LA CULTURA E LA NATURA

Domenica 13 settembre alle ore 10,00  
PASSEGGIANDO TRA LA STORIA, LA CULTURA E LA NATURA – Una passeggiata da Duino al Villaggio del Pescatore attraverso un percorso dal Castello di Duino, la Cernizza al Sentiero di Punta Bratina di Quota 28 promosso dal Gruppo Ermada VF in collaborazione con l'Ajser 2000 la Jus Comunella di Duino, Fareambiente, Gruppo Speleologico Flondar, la Società Nautica Laguna, il Lions Club Duino Aurisina. 

Il Sentiero tracciato nel 2012 dal Gruppo Speleologico Flondar sul Promontorio Bratina (Brtinišče) si estende tra il Villaggio del Pescatore ed il corso del Timavo, con esso si raggiungono una serie di punti notevoli presenti sul territorio. Si tratta in particolare di opere risalenti alla prima e seconda guerra mondiale.
All’inizio del Sentiero, sulle rive del porto-canale è presente un piccolo museo, gestito dal nostro gruppo, nel quale sono esposti plastici , reperti e oggettistica della Grande Guerra corredati da foto d’epoca della zona.
L’importanza storica di punta Bratina è dovuta principalmente all’azione che gli italiani svolsero nella notte tra il 27 e il 28 maggio 1917 per la conquista dell’altura indicata dal nemico come Kote 28, che è la sua quota altimetrica. L’attacco fu comandato dal maggiore Giovanni Randaccio, nato a Torino nel 1884, già decorato con tre medaglie d’argento, una singolare figura d’ufficiale distintosi per l’indifferenza e lo sprezzo verso il pericolo, al quale si esponeva deliberamene, quasi volesse sfidare la morte: era un comportamento che colpiva ed anche infastidiva i suoi superiori, i quali non riuscivano a comprenderne le vere motivazioni. Il suo era un esempio trascinatore e poi c’era un gran bisogno di eroi in un momento in cui lo spirito combattivo dei soldati dava preoccupanti segni di cedimento e non poteva esser altrimenti dopo due anni di una guerra che aveva fatto affiorare i peggiori istinti umani in quadri di puro orrore.
Vediamo quale valenza strategica aveva per gli Imperiali la Kote 28, non tanto per la sua modesta altezza ma per la posizione frontale rispetto alla dorsale del Flondar, lungo la quale, in quel mese di maggio gli italiani cercavano di avvicinarsi all’Ermada. Da qui era possibile seguire gli ammassamenti della fanteria nell’imminenza di un’offensiva e comunicare i dati di tiro allo schieramento delle artiglierie in posizione sul rovescio del monte. Inoltre chi avesse preso possesso del Promontorio avrebbe potuto puntare verso Duino attraverso il bosco della Cernizza, evitando l’esposizione al fuoco delle mitragliatrici in posizione sopra la linea ferroviaria.
La perdita di questo caposaldo avrebbe messo in crisi l’apparato che difendeva lo stretto corridoio tra monte e mare, superando il quale l’avversario avrebbe aggirato il baluardo dell’Ermada, un’evenienza di estrema gravità che tuttavia non sarebbe stata decisiva per l’esito della guerra fintanto che avesse retto il settore del fronte sull’altopiano di Comeno, dove infatti l’avanzata italiana si arrestò definitivamente tra il Fajti e Sela na Krasu.



Gruppo Speleologico Flondar



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