sabato 13 dicembre 2025

Mostra “Rainer Maria Rilke 150° - Le Elegie Duinesi”

 

Mostra “Rainer Maria Rilke 150° - Le Elegie Duinesi”

Sala Leonor Fini – Magazzino 26 

dal 14 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026


La mostra, Rainer Maria Rilke 150° – Le Elegie Duinesi, ospitata all’interno della 
Sala Leonor Fini del Magazzino 26 (Porto Vecchio -Trieste), sarà inaugurata il 14 dicembre 2025 alle ore 11 e resterà visitabile fino all' 11 gennaio 2026 con orario 10_17 da mercoledì a domenica e festivi ad ingresso libero. La mostra è dedicata a Rainer Maria Rilke, uno dei poeti più intensi e profondi del Novecento, che proprio qui, sul nostro territorio, trovò l’ispirazione per uno dei vertici assoluti della poesia europea: Le Elegie Duinesi.  L’iniziativa è promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, in collaborazione con il Comune di Trieste e con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del bando umanistico del progetto “DuinoBook – Le origini”.  L’esposizione si inserisce nelle celebrazioni per il 150º anniversario della nascita di Rilke, avvenuta il 4 dicembre 1875.

  


Un legame profondo con il territorio

Rilke giunse a Duino nel 1911, ospite della principessa Marie von Thurn und Taxis, e qui, tra le falesie carsiche affacciate sul mare e l’atmosfera suggestiva del Castello di Duino, scrisse i primi versi delle Elegie Duinesi.

 

Le Elegie Duinesi: cosa sono e dove nacquero

Le Elegie Duinesi costituiscono uno dei punti più alti della poesia del Novecento: dieci elegie che affrontano i grandi temi dell’esistenza — il senso del vivere, il rapporto con il divino, la vulnerabilità e la bellezza del mondo, il mistero dell’amore e della metamorfosi.
Rilke iniziò la stesura nel 1912, durante una giornata di vento fortissimo: la leggenda vuole che le parole iniziali della Prima Elegia — «Chi, se io gridassi, mi udirebbe dalle schiere degli angeli?» — gli siano “giunte” con la forza del mare e del Carso.
Interrotte dalla guerra e completate soltanto nel 1922 in Svizzera, le Elegie restano tuttavia profondamente radicate nel paesaggio e nello spirito di Duino.

 


Il Castello e il Sentiero Rilke

Il Castello di Duino, con le sue terrazze a picco sul mare e il suo intreccio di storia e natura, rappresentò per il poeta un luogo di rivelazione.
Dal castello si snoda l’attuale Sentiero Rilke, che collega Duino a Sistiana: uno dei percorsi panoramici più suggestivi della regione, dove ancora oggi è possibile respirare la stessa atmosfera che ispirò il poeta più di un secolo fa.

In esposizione nella Sala il nuovissimo diorama ideato e realizzato da Aureliano Barnaba sul progetto dedicato al Mitreo, ma che propone in scala, tutta l’area di Duino, con il Castello, il Sentiero ed altri siti importanti come la Grotta Fioravante e il Mitreo stesso.

 


La mostra

La mostra al Magazzino 26 ripercorrerà e amplierà il percorso espositivo già presentato all’Aeroporto di Trieste – Ronchi dei Legionari, al Castello di Duino, e a Grado, integrando testi, immagini e documenti storici su pannelli che raccontano la vita, i luoghi e le opere di Rilke, con un’attenzione speciale al periodo duinese.

L’allestimento sarà ulteriormente arricchito da: immagini del territorio duinese e triestino, pannelli dedicati all’idea progettuale della statua di Rilke dell’artista Giorgio Del Ben, che illustrano la nascita e l’evoluzione dell’opera, un area dedicata agli Angeli del Rilke e Gli Angeli di Castel Sant’Angelo immortalati dalla fotografa Linda Simeone, le elegie duinesi e spazio poi a due importanti iniziative collegate a Duino, i quadri dell’artista duinese Luisia Comelli in arte Luis, raffiguranti il Castello di Duino, con quadri realizzati en plein air in occasione di Primavera al Castello, e le poesie dei vincitori e partecipanti al Premio Internazionale di Poesie Rainer Maria Rilke giunto alla sua quinta edizione.

 

Le iniziative collegate

Nel mese di dicembre il Gruppo Ermada Flavio Vidonis ha promosso inoltre  il 4 dicembre ore 20.00, una serata di poesie rilkiane presso il Collegio del Mondo Unito di Duino, il 6 dicembre, la premiazione del Concorso Internazionale Rilke al Castello di Duino ore 11.00 , con l’assegnazione di due Premi alla Carriera a figure di rilievo della cultura e della poesia Maurizio Cucchi e Miroslav Košuta

Durante il periodo di apertura della mostra, si svolgeranno anche letture pubbliche delle poesie di Rilke, coordinate da Christian Sinicco, direttore del concorso, insieme a Elisa Donzelli e Elisabeth Faller, rappresentanti degli scrittori carinziani. 

 Il progetto è coordinato da Massimo Romita, presidente del Gruppo Ermada, e vedrà la collaborazione con il Castello di Duino per la realizzazione di visite guidate e percorsi integrati tra mostra, poesia e territorio, con l’obiettivo di valorizzare la sinergia tra cultura, turismo e memoria storica.

  

Un territorio che genera poesia

“Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare al Magazzino 26 una mostra di così alto profilo dedicata a Rainer Maria Rilke, figura centrale della poesia europea e autore che proprio nel nostro territorio trovò una delle sue più profonde fonti di ispirazione. Celebrare il 150° anniversario della sua nascita significa anche valorizzare quel legame unico tra Rilke, Duino e Trieste, un rapporto che continua a parlare alla nostra identità culturale. - Giorgio Rossi Assessore alla Cultura del Comune di Trieste - Questa iniziativa conferma inoltre la crescita qualitativa del Magazzino 26, divenuto negli ultimi anni un polo espositivo capace di accogliere progetti di grande valore storico, letterario e artistico. Mostre come questa arricchiscono la città e rafforzano il ruolo di Trieste come crocevia internazionale della cultura e della creatività.”

 Questa mostra e le iniziative che la accompagnano intendono riportare Rilke al centro dell’identità culturale di Duino e di Trieste, città di confine e di dialogo, crocevia di lingue e sensibilità che il poeta seppe trasformare in poesia universale - Massimo Romita presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, attraverso il progetto “DuinoBook – Le origini” vorrebbe, assieme ai suoi collaboratori, continuare a costruire ponti tra letteratura, arte e comunità, facendo del nostro territorio un luogo di ispirazione e di accoglienza per la poesia di ieri e di oggi.

 


 Approfondimenti

 

Rainer Maria Rilke – Cenni biografici

Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Valmont, 29 dicembre 1926) è unanimamente riconosciuto come uno dei più grandi poeti europei del Novecento. Nato nell’allora Impero Austro-Ungarico, crebbe in un contesto multiculturale che contribuì in modo decisivo alla sua sensibilità letteraria. Dopo una giovinezza difficile e studi non sempre lineari, Rilke maturò la propria vocazione poetica attraverso una vita di viaggi, incontri e spostamenti continui: Monaco, Berlino, Firenze, Parigi, la Russia, la Scandinavia.
Tra le figure centrali della sua formazione vanno ricordate Lou Andreas-Salomé, che ebbe un ruolo cruciale nel suo sviluppo intellettuale, e Auguste Rodin, il cui rigore artistico influenzò profondamente il modo rilkiano di “vedere” il mondo.

 

Autore del Libro d’Ore, del Libro delle Immagini e dei Quaderni di Malte Laurids Brigge, Rilke cercò sempre una poesia capace di dare voce all’invisibile, al mistero dell’esistenza, alla metamorfosi come forza essenziale della vita. L’arrivo a Duino nel 1911, come ospite della principessa Marie von Thurn und Taxis, rappresentò per lui uno dei momenti più fertili della sua intera produzione: qui, immerso nel paesaggio del Carso e del Golfo di Trieste, nacquero i primi versi delle Elegie Duinesi, capolavoro assoluto della modernità. Rilke trascorse gli ultimi anni in Svizzera, dove morì nel 1926. Riposa nel cimitero di Raron, sotto una lapide da lui stesso voluta, che richiama l’idea della vita come continua trasformazione.

 


Gli Angeli delle Elegie duinesi di Rilke e gli Angeli di Ponte Sant’Angelo

 

Gli Angeli delle Elegie duinesi di Rilke e gli Angeli di Ponte Sant’Angelo rivelano due forme complementari di relazione tra visibile e invisibile, due configurazioni simboliche che, pur provenendo da tradizioni e funzioni diverse, illuminano la medesima soglia tra umano e trascendente. L’Angelo rilkeano è una presenza assoluta, tremenda, non consolatoria: una forza straniera che non si cura degli uomini e che, proprio nel suo Dasein sovrabbondante, misura la povertà dell’esserci umano. È figura di distanza, non di contatto; appare come ciò che svela la sproporzione tra il nostro bisogno di senso e la pura trascendenza.  Gli Angeli berniniani del Ponte Sant’Angelo, al contrario, si offrono come mediazioni visibili: modellati nel marmo, partecipi del pathos umano, inscritti nel racconto della Passione, accompagnano il pellegrino in un itinerario ascensionale, trasformando il ponte in un cammino verso il sacro.  E tuttavia, proprio nella loro differenza, queste due angelologie si toccano: l’angelo rilkeano rappresenta il compito impossibile di «portare il visibile nell’invisibile», mentre il barocco romano realizza l’operazione inversa, restituendo all’occhio umano un’immagine incarnata dell’oltre.  In entrambi i casi, l’angelo è figura liminare, segno di un passaggio: nell’uno si manifesta l’incolmabile distanza dell’assoluto, nell’altro la necessaria ricerca di forme che rendano quel medesimo assoluto abitabile.  Così, sullo sfondo di Castel Sant’Angelo – luogo di transito, protezione e memoria – le statue berniniane sembrano intercettare, pur senza saperlo, la tensione rilkiana: il desiderio di un vedere più profondo, capace di riconoscere nel mondo interpretato la traccia del tremendo, e insieme la nostalgia di quel legame col reale che Rilke affida all’occhio umano come compito supremo. In questa dialettica fra distanza e prossimità, terrore e consolazione, gli angeli di Rilke e quelli del ponte romano mostrano due vie diverse ma convergenti per pensare l’invisibile: una che lo teme e lo preserva, l’altra che lo traduce e lo offre allo sguardo, entrambe necessarie alla nostra fragile esperienza del sacro.

 


L’artista Giorgio Delben

Giorgio Delben, nato a Trieste nel 1946, scopre fin da bambino la passione per la pittura. La sua formazione è autonoma, costruita attraverso lo studio personale di artisti antichi e contemporanei e attraverso sperimentazioni che spaziano dal classicismo all’impressionismo, dalla pop-art all’astrattismo, fino al ritratto, ambito che lo affascina particolarmente per la sua carica emotiva.

Nel suo percorso alterna pittura, scultura e creazione di nuovi materiali espressivi. La sua ricerca è segnata da un continuo interesse per colore, luce, vibrazioni tonali e forme corporee, e trova esiti anche in opere di fantasia e in storie surreali. Negli ultimi anni si dedica molto alla scultura, soprattutto a quella legata al corpo, come nella mostra “Palestra”, dove riflette su vita, movimento e armonia interiore. Dal 1970 al 2008 partecipa a numerose mostre personali e collettive; alcune sue opere sono esposte stabilmente in luoghi pubblici. Il bronzo “Dipendenza” diventa tema di una tesi universitaria. Nel 2007 pubblica il volume Giorgio Delben – Opere dal 1995 al 2007, oggi conservato in importanti biblioteche internazionali. Compare anche in trasmissioni televisive dedicate all’arte. Il suo percorso artistico, ricco e vario, attraversa tappe significative: dalle prime mostre degli anni ’60 alla sperimentazione di tecniche innovative, da cicli dedicati al paesaggio triestino o al colore emotivo, fino alle opere concettuali e simboliche degli anni ’90 e 2000. Tra i lavori più rappresentativi figurano “La piena”, “Scorci di Trieste”, “Sensazioni”, “Palestra”, “Proiezioni energetiche”, “La goccia cosmica del III millennio” e diverse sculture dedicate al movimento e al corpo. Ha creato anche opere effimere come installazioni sulla sabbia e sculture di ghiaccio, divenute celebri a Cortina. Presente nelle enciclopedie di arte internazionale, collabora con fotografi italiani e stranieri per esplorare nuove tecniche visive. Attualmente vive e lavora a Trieste, dove gestisce un laboratorio dedicato al benessere e alla cura della persona.

 



LUISIA COMELLI (in arte Luìs)

nasce a Trieste il 1 agosto 1935 da una famiglia spagnola di nobile origine, madre friulana e padre triestino, e da più di trent’anni vive e opera a Duino (Trieste). Si appassiona fin da giovanissima alla pittura a olio, che diventerà la sua tecnica prediletta, ma, nonostante la spiccata predilezione e attitudine per il disegno e le materie artistiche, la rigida educazione dei genitori le impedisce di frequentare il Liceo artistico di Venezia. Supplisce in seguito a tale esigenza, seguendo negli anni Cinquanta le lezioni private di Carlo Pacifico, maestro lombardo che contribuì alla formazione di molti valenti artisti triestini, e grazie agli incontri con il pittore Nino Perizi. Nel corso della sua vita ha sperimentato varie tecniche, in particolare, oltre al disegno e alla pittura a olio, anche la xilografia, eseguendo migliaia di opere, soprattutto oli. Si è dedicata anche al restauro di dipinti, tra cui quello raffigurante la Madonna Lauretana nella Cappella privata dell’ex villa veneta di Visco (Udine), e di opere monumentali di carattere profano. Nel 2003 ha realizzato un ciclo di murales, mentre suoi dipinti di soggetto sacro sono conservati nella chiesa francescana di Sant’Antonio di Tirana (Albania) e nelle chiese di San Giuseppe a Sistiana e di Santo Spirito a Duino (Trieste).

 Negli ultimi trent’anni ha allestito diverse mostre personali, partecipato a più di 300 collettive in Italia e all’estero e a una cinquantina di concorsi, ricevendo numerosissimi premi, menzioni e riconoscimenti molto significativi. Varie sue opere sono esposte in permanenza in sedi di enti pubblici e in spazi privati.

 








giovedì 6 novembre 2025

DA RAVENNA A CAPODISTRIA LA MOSTRA DELLA PIETRA DI AURISINA DEL CARSO E DELL'ISTRIA IN ITALIA E NEL MONDO

 

La pietra che parla: arte, storia e vino nel cuore del Carso

La mostra “La Pietra di Aurisina, del Carso e dell’Istria, in Italia e nel mondo” propone un itinerario unico dove arte, architettura, artigianato e territorio si incontrano per raccontare un’identità che attraversa confini e secoli.

Ideata da Massimo Romita e promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis in collaborazione con il Comune di Capodistria, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Progetto 12° Duino Book – Le Origini!, l’esposizione sarà ospitata al Palazzo Gravisi-Buttorai di Capodistria dal 15 al 30 novembre 2025, mentre la tappa gemella si terrà a Ravenna presso Palazzo Rasponi 2 dall’8 al 23 novembre.




12 novembre – La presentazione alla stampa e la pietra come cantina

Mercoledì 12 novembre 2025, alle ore 11.00, si terrà la presentazione alla stampa al Palazzo Gravisi-Buttorai, curata da Robi Jakomin con l’introduzione di Massimo Romita e la partecipazione delle autorità italiane e slovene.
L’incontro sarà seguito da una degustazione di vini affinati in pietra, una sperimentazione che unisce ricerca e tradizione nel cuore del Carso.


Nel Carso, dove la roccia definisce il paesaggio e il lavoro dell’uomo, la maturazione del vino nei tini scavati nella pietra rappresenta una pratica tanto antica quanto innovativa.
La pietra carsica, con la sua microporosità naturale e la sua inerzia termica, crea un ambiente stabile in cui il mosto può evolvere senza interventi invasivi. In questo processo non è la tecnologia a dominare, ma la materia stessa del territorio. Il vino assorbe, anche se in minima parte, la complessità minerale del Carso e sviluppa un profilo che rispecchia in modo diretto la sua origine.
I tini, ricavati da blocchi unici di pietra o realizzati da strati di roccia sovrapposti, raccontano un dialogo lento e profondo tra vino e territorio, tra natura e mano dell’uomo.


I protagonisti della degustazione saranno tre eccellenze del Carso triestino:

  • Benjamin Zidarich, con la linea “Kamen”, dove la Vitovska fermenta e affina in tini scavati nella pietra carsica;

  • Sandi Skerk, con la cantina di Prepotto scavata nella roccia e i suoi vini di mare e pietra;

  • Matej Skerlj di Sales, custode di una viticoltura artigianale in armonia con il paesaggio.

Come spiegherà Robi Jakomin, questi vini non cercano effetti speciali: sono la voce autentica di una terra minerale, una lente che rivela la sostanza stessa del Carso.


LA PIETRA DI AURISINA, DEL CARSO E DELL'ISTRIA IN ITALIA E NEL MONDO

La storia - Cava Romana – Marmi e Pietre Naturali del Carso


15 novembre – L’inaugurazione ufficiale in collaborazione con l Associazione Nazionale Città del Vino 

Sabato 15 novembre 2025, alle ore 15.00, in occasione della manifestazione di San Martino promossa dal Comune di Capodistria, avrà luogo l’inaugurazione ufficiale della mostra, con la partecipazione dei critici d’arte Rita Ferrari e Giancarlo Bonomo.

Altroke San Martino - Visit Koper

Associazione Nazionale Città del Vino

Home - Città del Vino FVG



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La storia - Cava Romana – Marmi e Pietre Naturali del Carso




L’esposizione

L’esposizione si nutre di mille colori. Qui le pietre non rotolano ma narrano: aprono capitoli sul tessuto urbano, sui palazzi storici di Trieste e sull’artigianato locale che ha raggiunto l’Europa e gli Stati Uniti.
Oltre 500 fotografie, suddivise in pannelli e diorami, raccontano la storia delle cave, delle aziende e delle maestranze.
Una sezione è dedicata alla saga di Gustav Tönnies, imprenditore svedese-austro-ungarico che nel XIX secolo contribuì alla rinascita architettonica di Lubiana; le immagini, firmate da Milanka Jakopič, Edo Šega, Miran Kambič, Museo Revoltella e Marmor Sežana d.d., compongono un percorso verde che unisce arte e industria.


Da Lubiana si giunge a Trieste grazie all’obiettivo di Lorenzo Parenzan, che immortala i palazzi in pietra aurisinica con uno sguardo poetico e architettonico.
Altre sezioni illustrano le architetture italiane realizzate in pietra di Aurisina, tra cui il Mausoleo di Teodorico a Ravenna, con la celebre cupola monolitica, e i palazzi di Vienna, Budapest, Sydney e dell’America.






A corollario, una preziosa esposizione dei modellini di palazzi realizzati in pietra del compianto Umberto Radivo, che con le sole mani riprodusse fedelmente i palazzi di Trieste e dell’Istria.


Chiude il percorso un’ampia sezione dedicata alle aziende del marmo e agli scalpellini, veri custodi del sapere lapideo: Cava Romana, Gramar Marmi, Caharija, Zenith Natural Stones, Cortese e Figli, Zidaric Marmi, Andrea Mervic, Tecnomarmi, Marmor Sežana, Marmi Repen.





Nella sala artistica, le opere di Claudia Raza“Arcani di Pietra” – raccontano la materia con colori e segni che fondono pittura e polvere di cava.

Una mostra che si fa racconto, viaggio e identità: la pietra, ancora una volta, diventa parola, casa e memoria.


DUINO&BOOK Festival del Libro di Duino Aurisina: 

A RAVENNA LA TAPPA ITALIANA DELLA MOSTRA DEDICATA ALLA PIETRA DI AURISINA

Altroke San Martino - Visit Koper



La pietra di Aurisina, del Carso, dell’Istria - Comune di Ravenna

La pietra di Aurisina, Carso e Istria in mostra a Ravenna - Ravenna Web Tv




































venerdì 31 ottobre 2025

Dieci anni di storia, cultura e amicizia: Borgo Hermada celebra il decennale della sua Sezione del Gruppo Ermada “Flavio Vidonis”

 

   Dieci anni di storia, cultura e amicizia: Borgo Hermada celebra il decennale della sua Sezione del Gruppo Ermada “Flavio Vidonis”

 


Dal 31 ottobre 2015 al 31 ottobre 2025 – Dieci anni di memoria condivisa tra Terracina e Duino Aurisina

 


BORGO HERMADA (Latina) – Una ricorrenza dal profondo significato storico e culturale quella che si celebra quest’anno a Borgo Hermada: il decennale della fondazione della Sezione locale del Gruppo Ermada “Flavio Vidonis”, istituita ufficialmente il 31 ottobre 2015 presso l’Agriturismo “Le Terre di Bac”. Dieci anni di attività intense, di progetti condivisi, di crescita civile e culturale che hanno reso il sodalizio pontino una vera e propria spalla operativa e morale della sede centrale di Duino Aurisina (Trieste).

Fondata nel segno del legame ideale e storico che unisce il Monte Ermada, teatro di aspre battaglie durante la Prima Guerra Mondiale, al Borgo Hermada, che ne porta il nome, la sezione ha saputo trasformare questo simbolismo in un ponte reale di amicizia e collaborazione tra Friuli Venezia Giulia e Lazio.

 Dalle origini al consolidamento di un progetto culturale



 Era il 31 ottobre 2015 quando, alla presenza del presidente del Gruppo Ermada Massimo Romita e del tesoriere Pasquale Durante, un gruppo di cittadini – tra cui Renato Ventoruzzo, Vito Cavaliere, Luigi Orilia, Roberta Carillo, Michela Mantua, Franco Isotton, Graziano Isolani Luigi Danelon, e altri – sottoscriveva gli atti di costituzione della nuova sezione.

Guidata inizialmente da Renato Ventoruzzo in qualità di commissario pro tempore, la sezione elesse successivamente come presidente Luigi Orilia, che tuttora ne coordina le attività con un affiatato gruppo di collaboratori: Michela Mantua, Valeria Raffagnini, Vito Cavaliere, Basilio Raffagnini, Franco Isotton, Roberta Carillo, insieme a tanti altri che nel tempo hanno messo cuore, passione e competenza al servizio della comunità.

Fin da subito la sezione di Borgo Hermada ha dimostrato grande dinamismo, partecipando attivamente ai progetti della sede centrale di Duino Aurisina, tra cui “Isonzo – Le dodici battaglie” e “Isonzo–Soca 1915. Voci di Guerra in Tempo di Pace”, oltre a sostenere le iniziative di carattere locale, come la tradizionale Pedagnalonga e il Centro Anziani di Borgo Hermada, nel segno della continuità tra memoria, solidarietà e partecipazione civica.

 


Una decade di iniziative tra memoria e cultura

 

Nel corso di questi dieci anni la Sezione di Borgo Hermada si è affermata come punto di riferimento culturale e storico nel territorio pontino, con un calendario di eventi di altissimo livello. Tra le iniziative più significative si ricordano le mostre itineranti dedicate al Milite Ignoto, a Pier Paolo Pasolini, e la grande rassegna del 2025 dedicata a Giuseppe Ungaretti, che ha toccato Nemi, Latina e Terracina.

Grande rilievo ha assunto anche la collaborazione con le scuole dell’Agro Pontino, attraverso il progetto “Duino Book” e il Concorso Letterario dedicato agli studenti, che di anno in anno cresce in partecipazione e qualità, contribuendo alla diffusione dei valori di pace, identità e memoria.

Un impegno riconosciuto e valorizzato anche dal Comune di Terracina, che ha più volte espresso apprezzamento per l’attività culturale e sociale del gruppo, e dalle numerose istituzioni scolastiche e associative del territorio.



Tra gli eventi di spicco: “Il Sogno del Grano”

Tra le manifestazioni di maggior successo promosse dalla Sezione di Borgo Hermada spicca “Il Sogno del Grano”, giunta nel 2025 alla sua quarta edizione.
La suggestiva rassegna culturale, svoltasi dal 13 al 16 ottobre 2025 presso l’Ex Convento di San Domenico di Terracina, ha animato per quattro giorni gli spazi storici con un ricco programma di musica, teatro e celebrazioni delle tradizioni contadine dell’Agro Pontino. L’evento ha voluto celebrare il cosiddetto “miracolo del grano”, raccontando attraverso linguaggi artistici e momenti di riflessione la memoria del lavoro nei campi, le radici della civiltà rurale e il valore del pane come simbolo di vita e condivisione.

Una manifestazione che, ancora una volta, si è inserita nel solco del gemellaggio culturale tra Borgo Hermada e Duino Aurisina, sottolineando il legame tra la storia del borgo nato durante la bonifica pontina e quella del Monte Ermada, che ne ha ispirato il nome e i valori fondativi.



Il 2025, un anno di celebrazioni e bilanci

L’anno appena trascorso è stato particolarmente significativo per tutto il Gruppo Ermada “Flavio Vidonis”, che ha riconfermato Massimo Romita alla presidenza per il triennio 2025–2028, e per la Sezione di Borgo Hermada, impegnata nelle celebrazioni del suo decennale.


Due grandi progetti hanno scandito le tappe di questo importante anniversario:

·  “Dall’Ermada a Borgo Hermada: un percorso di valori”, itinerario storico e simbolico che ha raccontato le radici comuni e i valori condivisi tra le due comunità;

·  “Duino Book”, iniziativa che ha unito letteratura, sport e amicizia attraverso cammini culturali e incontri tra associazioni e studenti.

Il momento culminante si è svolto il 2 novembre 2024 e il 6 settembre 2025 con la presentazione della Mostra e del Libro celebrativo dei percorsi fatti insieme dalle associazioni di Duino Aurisina e Borgo Hermada.



Guardando al futuro: cultura come ponte di unione

Questa celebrazione non rappresenta soltanto un momento di memoria, ma anche una proiezione verso il futuro, nel segno di quei valori di solidarietà, impegno civile e amicizia che hanno contraddistinto la Sezione sin dalla sua nascita.

La sinergia tra Duino Aurisina e Borgo Hermada continua a essere un esempio virtuoso di collaborazione interregionale, dimostrando come la cultura, lo sport e la memoria storica possano diventare strumenti efficaci per unire le persone e valorizzare i territori.

"Grazie di cuore a tutti i volontari che si sono spesi per portare avanti un grandissimo lavoro di storia e di amicizia - ha voluto sottolineare il presidente Massimo Romita - e nonostante le numerose problematiche hanno sempre portato avanti valori e passioni": 

“In questi dieci anni abbiamo costruito un ponte di valori e di amicizia – sottolinea Luigi Orilia, presidente della Sezione di Borgo Hermada – un percorso che ha visto protagonisti tanti volontari, studenti, associazioni e cittadini. Guardiamo avanti con la stessa passione di sempre, convinti che la memoria non sia un punto d’arrivo, ma un punto di partenza.”

  

LA PIETRA DEL MONTE ERMADA


📍 Per informazioni e approfondimenti:
Blog ufficiale: www.borgohermada.blogspot.it
📍 Gruppo Ermada “Flavio Vidonis” – Sede centrale: Duino Aurisina (TS)
📍 Sezione di Borgo Hermada – Terracina (LT)